Zanzibar:
il paradiso di Arthur Rimbaud

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Antonio Amoroso

Zanzibar: il paradiso di Arthur Rimbaud

Isola appartenente alla Tanzania, è stata un paradiso naturale a lungo conteso da Inglesi, Portoghesi e Arabi a causa delle sue spezie, dei frutti e del mercato di schiavi. Arthur Rimbaud, poeta maledetto dell’ottocento francese, sognava di poter raggiungere l’isola per avviare proficui scambi commerciali nel suo periodo africano, quando per lavoro era impegnato ad Aden nello Yemen.
Isola dal mare cristallino, si distingue per la sua sabbia di consistenza farinosa e bianca, per il suo carattere selvaggio e per le maree che scandiscono il ritmo della pesca e della vita del suo popolo.
Il turista potrà godere della tranquillità delle sue spiagge, potrà optare per un bagno con i delfini a Kizimkazi, a sud ovest oppure inoltrarsi per un tour guidato alla scoperta delle spezie nella centrale Jozani Forest.

La sua capitale Stone Town è un groviglio di vicoli caotici nel quale le botteghe si alternano alle strutture alberghiere, mostrando tutto il proprio fascino derivante da secoli di dominio coloniale. I vecchi bagni persiani di Hamamni faranno da contraltare ai moderni bar. I cannoni portoghesi del palazzo di giustizia vigileranno sulle acque oceaniche dove navi commerciali si alterneranno ai traghetti turistici diretti all’Isola delle tartarughe.

Il mercato, vitale e confusionario, offrirà al turista la vista di frutti di ogni genere e del pescato del giorno. Mentre un giro nei sotterranei della Chiesa anglicana di Stone Town darà un’idea delle indicibili condizioni di vita a cui erano sottoposti i poveri schiavi.

Zanzibar è un’isola dalle mille contraddizioni che saprà di certo affascinare il viaggiatore alla ricerca di pace e tranquillità e di uno stile di vita quieto e tranquillo, perché di certo avrà modo di sentire almeno una volta le parole “Pole Pole” (piano piano) sussurrate dagli abitanti dell’isola a scandire il giusto ritmo della giornata africana.

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